Era GAY e AMBIENTALISTA...
Piccolo estratto da www.repubblica.it
Da secoli è il mito del coraggio di resistere in nome della giustizia, della libertà, dei diritti dei poveri.
I nostri padri e nonni, poi noi da piccoli, oggi i nostri figli, apprendono della sua storia da film di Hollywood e poi magari anche da libri o da videogame, e vedono in lui un antesignano di Garibaldi e a suo modo di Gandhi, un progenitore dei partigiani antinazisti o della versione mitizzata di Che Guevara.
E invece no: secondo gli ultimi studi filologici, lui era un ribelle solo rispetto a costumi e tradizioni dominanti allora. Viveva nella foresta perché lui e i suoi compagni, da ambientalisti ante litteram, odiavano la frenetica, alienante vita delle città.
Ed erano probabilmente gay, decisi ad affrancarsi dalle persecuzioni contro gli omosessuali che purtroppo da millenni segnano la storia dell'umanità. Rubavano sì, ma per autofinanziare la loro comunità dell'utopia, non per ridistribuire la ricchezza ai poveri.
Avrete capito di chi stiamo parlando, quindi ci scusiamo se per caso vi trasmettiamo una parziale delusione: l'eroe rivisitato in questione è niente meno che Robin Hood. Andrew James Johnston, un filologo britannico che lavora alla prestigiosa Freie Universitaet di Berlino, cioè il più prestigioso e autorevole ateneo della capitale federale, ci ha messo anni per tentare di ricostruire la storia vera di Robin Hood, filtrandola dalle leggende e analizzando ogni passo delle narrazioni scritte su di lui.
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